Patologie

Tumori della cervice uterina

Il tumore della cervice uterina colpisce il collo dell’utero, segmento che collega il corpo dell’utero con la vagina.

Che cos'è

La cervice uterina costituisce la parte inferiore dell’utero che in parte sporge nel canale vaginale. Sebbene il tumore della cervice rappresenti la seconda neoplasia per incidenza a livello mondiale, le campagne di prevenzione primaria (vaccino anti-HPV) e secondaria (PAP test e test HPV) ne hanno ridotto sensibilmente l’incidenza in Europa e Nord America. La maggior parte dei tumori della cervice (80 per cento) è costituita da tumori a cellule squamose e origina dall’esocervice, mentre l’adenocarcinoma (circa 15 per cento) ha origine dall’endocervice.

Segni e sintomi

Nelle fasi iniziali, il tumore della cervice è generalmente asintomatico, ma ci sono alcuni elementi a cui prestare attenzione: perdite vaginali senza sangue, perdite di sangue anomale (tra due cicli mestruali, dopo un rapporto sessuale o in menopausa) o dolore durante il rapporto sessuale.

Fattori di rischio e prevenzione

Per il tumore della cervice uterina, l’infezione da Papilloma virus umano (HPV) a potenziale oncogenico, trasmesso generalmente per via sessuale, rappresenta il principale fattore di rischio. Efficaci misure di prevenzione dell’infezione da HPV sono l’uso del profilattico durante i rapporti sessuali e soprattutto la vaccinazione. L’inizio precoce dell’attività sessuale e con diversi partner aumentano il rischio di contrarre l’infezione da HPV. Nella maggior parte delle donne viene debellata spontaneamente dal sistema immunitario, ma in altri casi l’infezione di un ceppo virale a potenziale tumorale, specie se associata a immunodepressione (es. causata da infezione da HIV o da trapianto d’organo), determina lo sviluppo una lesione precancerosa che può evolversi fino all’insorgenza di un carcinoma infiltrante. 

Altri fattori di rischio del tumore della cervice sono il fumo di sigaretta, la familiarità, l’obesità, seguire una dieta povera di frutta e verdura e, secondo alcuni studi, le infezioni da clamidia.

Nella maggior parte dei casi il tumore della cervice può progredire lentamente nel corso di anni da lesioni precancerose chiamate CIN (neoplasia cervicale intraepiteliale) o SIL (lesione intraepiteliale squamosa). Queste lesioni possono anche regredire spontaneamente senza la necessità di un trattamento.

Attraverso controlli ginecologici regolari possono essere eseguiti due esami di screening: il Pap-test, allo scopo di identificare le lesioni precancerose o cancerose in stadio iniziale, e l’HPV-test, in grado di individuare direttamente la presenza del DNA del virus di HPV. Uno dei due esami viene offerto gratuitamente a tutte le donne dai 25 ai 64 anni, con cadenza triennale (Pap-test) o quinquennale (HPV-test) in caso di risultato negativo.

L’elemento di prevenzione più efficace è la vaccinazione contro i principali ceppi di HPV responsabili dei tumori della cervice e altri tipi di tumori (vagina, vulva, ano, distretto testa-collo). Il vaccino è raccomandato e offerto gratuitamente a ragazze e ragazzi a partire dai 12 anni di età.

Diagnosi

Lo screening con Pap-test o HPV-test permette la diagnosi precoce sia di lesioni cancerose che precancerose. Nel caso di anomalie accertate, si può procedere con la colposcopia: un semplice esame ambulatoriale indolore durante il quale vengono asportate piccole lesioni a scopo preventivo. Nel caso di diagnosi di tumore della cervice, per definire l’estensione della patologia possono essere eseguite la Tomografia computerizzata (TC), la Risonanza magnetica (RM) o la Tomografia a emissione di positroni (PET).

Cure e trattamenti presso il CRO

Il percorso terapeutico può comprendere vari trattamenti in base a diversi fattori: lo stadio di malattia alla diagnosi, lo stato di salute generale della paziente, l’età, il desiderio di avere figli.

La chirurgia è la principale opzione terapeutica. Il suo ricorso cambia a seconda dell’estensione della malattia. In fase di lesione preinvasiva  possono essere usate la criochirurgia, per congelare le cellule malate, o la chirurgia laser, per bruciarle. Nel caso di un tumore invasivo e circoscritto a un’area limitata della cervice, può essere eseguita la conizzazione: in corrispondenza della lesione viene asportato un cono di tessuto mantenendo la funzionalità dell’organo e la fertilità. La radicalità della chirurgia è proporzionale allo stadio di malattia. In certi casi si rende necessaria l’isterectomia con l’asportazione di utero, linfonodi, tube e ovaie.

Per la malattia localmente avanzata (di grossa dimensione o che ha intaccato i linfonodi regionali), la radioterapia rappresenta una valida opzione terapeutica sia nella forma a fasci esterni che come brachiterapia in abbinamento alla chemioterapia (radiochemioterapia). La radioterapia è in grado di preservare l’integrità dell’apparato riproduttivo e, in molti casi, garantisce alla paziente di mantenere una normale vita sessuale.

La chemioterapia è indicata per le forme avanzate o invasive di tumore della cervice, attraverso la somministrazione per via endovenosa di farmaci, anche associati tra loro (cisplatino, paclitaxel, bevacizumab).

Per il tumore della cervice in fase avanzata o metastatica, l’immunoterapia è considerata un’opzione promettente, ma ancora in fase di studio. Infine gli studi nazionali e internazionali con nuovi farmaci rappresentano un’ulteriore possibilità terapeutica da poter offrire in futuro presso l’Istituto.

In Istituto è presente il Gruppo aziendale multidisciplinare oncologico (GAMO) Tumori genitali femminili, costituito da specialisti di varie discipline che si riuniscono a cadenza regolare per stabilire indicazioni condivise sul trattamento dei pazienti oncologici.

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