Tumori della vescica
Che cos'è
I tumori uroteliali insorgono nell’epitelio, lo strato più superficiale degli organi di escrezione dell’urina. La vescica è l’organo più interessato dai tumori uroteliali e rappresenta, per frequenza, il quarto tumore nella popolazione maschile. Il rapporto di incidenza tra maschi e femmine è di 4 a 1. Il 70 per cento dei tumori della vescica è diagnosticato in stadio molto precoce con il solo interessamento della mucosa: in questo caso si parla di tumori superficiali. Le forme più aggressive possono progredire in tumori infiltranti, che riguardano gli strati sottostanti la mucosa. Il 30 per cento dei tumori vescicali viene diagnosticato fin dall’inizio in fase infiltrante o avanzata.
Segni e sintomi
Il sintomo d’esordio prevalente del tumore alla vescica è la macroematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine.
Fattori di rischio e prevenzione
Fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori uroteliali sono il fumo di sigaretta, le ammine aromatiche, l’assunzione di alcuni farmaci (finacitina, ciclofosfamide, pioglitazone) e fattori genetici (nel 7 per cento dei casi).
Diagnosi
La diagnosi è clinico-strumentale e richiede una visita, un’ecografia addominale, una URO-TC e una cistoscopia, la quale permette di fare biopsie per la definizione patologica. La citologia urinaria invece non è un esame su cui si fonda la diagnosi, in quanto gravata da un’alta percentuale di falsi positivi.
Cure e trattamenti presso il CRO
La chirurgia con il sacrifico d’organo (vescica o rene e uretere) è il trattamento d’elezione per le forme infiltranti. La chemioterapia, a base di platino, è proposta prima della chirurgia (intento neoadiuvante) nei pazienti con tumori che coinvolgono la muscolatura profonda e il grasso periviscerale e/o i linfonodi, per consentire una chirurgia più radicale e ridurre il rischio di recidive. La chemioterapia post-chirurgia (intento adiuvante) viene proposta negli stadi patologici infiltranti e/o con coinvolgimento linfonodale, se non è già stata somministrata prima.
In alcuni casi selezionati, la radioterapia associata a chemioterapia può avere un intento radicale al posto della chirurgia e nel trattamento di lesioni secondarie sintomatiche. La terapia farmacologica con chemioterapia e immunoterapia è il trattamento più indicato nella malattia metastatica.
In Istituto è presente il Gruppo aziendale multidisciplinare oncologico (GAMO) Tumori urogenitali e prostata, costituito da specialisti di varie discipline che si riuniscono a cadenza regolare per stabilire indicazioni condivise sul trattamento dei pazienti oncologici.
Vedi anche:
Studi clinici
- Italian Registry on rAre genito-uRinary nEoplasms (Meet-URO 23, I-RARE)
- Studio di fase II in aperto su Sacituzumab Govitecan nel cancro uroteliale non resecabile localmente avanzato/metastatico (IMMU132-06, TROPHY U-01)
- Studio di fase III, randomizzato, in doppio cieco, per confrontare l’efficacia e la sicurezza di Pembrolizumab (MK-3475) in combinazione con Lenvatinib (E7080/MK-7902) vs Pembrolizumab e Placebo come trattamento di prima linea per il carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico in pazienti non eleggibili al Cisplatino, il cui tumore esprime PD-L1, e in pazienti non eleggibili a qualsiasi altra chemioterapia contenente platino, indipendentemente dall’espressione di PD-L1 (MK7902-011 LEAP-011)
- Studio multicentrico di fase III, randomizzato, in aperto per determinare l’efficacia e la sicurezza di Durvalumab in combinazione con Tremelimumab ed Enfortumab Vedotin o Durvalumab in combinazione con Enfortumab Vedotin per il trattamento perioperatorio in pazienti non idonei al Cisplatino che vengono sottoposti a cistectomia radicale per il carcinoma muscolo-invasivo della vescica (VOLGA) (D910PC00001, VOLGA)
- Studio randomizzato, di fase III, in aperto che valuta Sacituzumab govitecan rispetto al trattamento di scelta del medico in soggetti con carcinoma uroteliale non resecabile metastatico o localmente avanzato (IMMU132-13)