Riconoscimento per la riabilitazione oncologica del CRO
La rivista ‘Frontiers in Human Neuroscience’ ha pubblicato un articolo dedicato al percorso personalizzato per le donne operate al seno
Importante riconoscimento internazionale per l’Unità operativa di Medicina del Dolore clinica e sperimentale del CRO di Aviano, guidata dal dottor Luca Miceli. La rivista ‘Frontiers in Human Neuroscience’, infatti, ha dedicato un numero speciale (intitolato ‘Rising Stars in Motor Neuroscience 2023’) alle ‘stelle nascenti’ dell’analisi del movimento, invitando un numero selezionato di autori a inviare un contributo inedito.
Sono stati pubblicati sei articoli, provenienti da varie parti del mondo: Cina, Germania, Inghilterra, Israele, Stati Uniti e Italia, rappresentata proprio dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano con il lavoro ‘Analisi del movimento in riabilitazione oncologica: proposta di un protocollo cinematico e di elettromiografia di superfice nel tumore mammario’ (link).
Da circa due anni, la struttura di Medicina del Dolore del CRO sta studiando come utilizzare le moderne tecniche di analisi del movimento per costruire percorsi riabilitativi personalizzati per le pazienti operate al seno, che s’inseriscono nel quadro dell’attività della Breast Unit, il gruppo multidisciplinare dell’istituto certificato come Centro europeo di eccellenza da EUSOMA (la European Society of Breast Cancer Specialists) che si occupa della diagnosi, della cura e del trattamento del tumore mammario. Dopo un’operazione al seno, infatti, è relativamente frequente una limitazione articolare alla spalla, a volte persistente, che rappresenta una sfida per il terapista del dolore e il riabilitatore. La loro azione congiunta può portare alla risoluzione del problema, ma serve un intervento precoce e su misura per ogni donna.
In particolare, l’utilizzo combinato delle tecniche avanzate di controllo del dolore (radiofrequenza pulsata del nervo periferico) e dello studio del movimento articolare possono portare a ottimi risultati. L’analisi cinematica, finora riservata ad atleti di alto livello (per il miglioramento delle prestazioni) o alla riabilitazione per lo più ortopedica, prevede l’uso di sensori non invasivi (elettromiografia di superficie, telecamere sincronizzate, sensori inerziali wireless) per capire l’esatta attivazione e coordinazione dei vari muscoli, che visivamente si può solo intuire.
Si tratta, in estrema sintesi, di una specie di elettrocardiografia, che rende noto al fisioterapista quale muscolo si sta attivando, quanto lo stia facendo e il suo grado di coordinazione nel tempo e nello spazio rispetto agli altri muscoli coinvolti.
L’elaborazione di questo percorso è stata resa possibile anche grazie a due convenzioni ad hoc che l’istituto ha siglato con il CONI FVG (l’analisi del movimento degli atleti professionisti ha permesso di creare i ‘modelli di riferimento’ nelle prime fasi dello studio) e con il centro ricerche dell’INAIL, per affrontare il tema del reinserimento lavorativo delle pazienti.