Ottime posizioni per la ricerca medica del CRO
Nelle classifiche specializzate di Research.com e Scopus spicca ai primissimi posti nazionali Silvia Franceschi, direttore scientifico del CRO
È tempo di classifiche per la ricerca medica in Italia, una valutazione che riguarda anche i ricercatori delle discipline medico-scientifiche che operano al CRO. Research.com, sito di riferimento per i ricercatori e gli scienziati di tutto il mondo, ha da poco pubblicato la prima edizione di una speciale classifica per le scienze mediche valutando la produzione scientifica individuale a partire dal 2014 al 2016. Lo scopo è far conoscere al mondo scientifico e alle autorità di settore quali sono nel mondo i ricercatori e le attività di ricerca medica più produttive dal punto di vista scientifico a livello internazionale.
Nonostante alcuni errori nella attribuzione delle istituzioni di appartenenza ai vari ricercatori, per la ricerca in Medicina sono stati messi sotto osservazione il numero di pubblicazioni su riviste internazionali, la qualità delle riviste (un parametro noto come h-index) e la frequenza con la quale tali pubblicazioni vengono citate dagli altri ricercatori (misurata dal citation index).
In questa speciale graduatoria riservata a scienziati con un alto livello qualitativo delle pubblicazioni (h-index di 70 o più alto) spicca la posizione della dott.ssa Silvia Franceschi, direttore scientifico del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano: occupa la terza posizione in Italia e la 112° nel mondo (su 65.743 scienziati esaminati) con un H-index di 183, 144.849 citazioni e 1.271 pubblicazioni scientifiche. Il lavoro della dott.ssa Franceschi ha riguardato prevalentemente il ruolo delle infezioni virali nella eziologia di vari tumori (in particolare il virus del papilloma umano e tumore della cervice uterina), in aggiunta a molte ricerche sul rapporto alimentazione e tumori.
Altre posizioni di spicco in questa speciale classifica di ricercatori attivi tra il 2014 e il 2016 riguardano il dott. Diego Serraino, direttore della struttura di Epidemiologia Oncologica del CRO e responsabile del Registro tumori del Friuli Venezia Giulia, al 420° posto in Italia (erroneamente elencato tra i ricercatori della Università di Oxford) e il dott. Luigino Dal Maso, dirigente statistico in Epidemiologia oncologica del CRO, al 581° posto.
Tra i professionisti non più in forze all’Istituto figurano anche il dott. Renato Talamini, già dirigente biologo della struttura di Epidemiologia del CRO, al 6114° nel mondo e 174° in Italia (erroneamente elencato tra i ricercatori della Università di Oxford); il dott. Antonino Carbone, al tempo direttore della struttura di Anatomia Patologica del CRO, al 6990° posto nel mondo e 203° in Italia; e il dott. Umberto Tirelli, ex direttore del Dipartimento Oncologico del CRO, al 370° posto in Italia (erroneamente elencato tra i ricercatori del National Health Institute degli USA presso la Università di Oxford).
I ricercatori brillano anche in una classifica più ampia, che comprende vari campi della ricerca biomedica, inclusa la microbiologa e la immunologia, compilata usando il motore di ricerca scientifica Scopus applicato alle scienze cliniche. Tra circa 900 top scientists italiani citati, quattro sono del Centro di Riferimento Oncologico: la dott.ssa Silva Franceschi al 15° posto, il dott. Diego Serraino al 282°, il dott. Michele Spina, direttore della struttura di Oncologia medica e dei tumori immunocorrelati, al 447°; e la dott.ssa Roberta Maestro, direttore del Dipartimento della Ricerca e della diagnostica avanzata e della struttura di Oncogenetica e oncogenomica funzionale al 584°.
“Siamo particolarmente orgogliosi dei risultati ottenuti dai nostri ricercatori, perché testimoniano una volta di più l’eccellenza qualitativa e quantitativa raggiunta dal lavoro scientifico svolto al CRO”, ha dichiarato la direttrice generale dell’Istituto, dott.ssa Francesca Tosolini. “Mi congratulo con tutti i professionisti entrati in graduatoria e in modo particolare con la dott.ssa Franceschi, il cui risultato straordinario è di grande ispirazione per tutti noi e in particolare per i giovani ricercatori che frequentano l’Istituto.”