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Tumore del pancreas, la partita si gioca sulla prevenzione

giovedì 18 novembre 2021

Nella Giornata mondiale dedicata a questa patologia, facciamo il punto sul modo in cui viene affrontata nei centri specializzati come il CRO

Fiocco giornata pancreas

Il 18 novembre si celebra la Giornata mondiale del tumore del pancreas. Nonostante i notevoli progressi compiuti nell’ultimo decennio, questa patologia rappresenta una delle più importanti sfide per l'odierna oncologia. Le probabilità di sopravvivere dopo la diagnosi di tumore del pancreas sono ancora molto basse, e tali tumori sono la causa del 7.1% di tutte le morti per patologia oncologica in Italia (in confronto a circa il 3% di tutte le nuove diagnosi).

Tra le circa 70.000 persone con tumore del pancreas in Italia tra il 2010 e il 2014, solo l’11.1% degli uomini e l’11.6% delle donne era vivo dopo 5 anni dalla diagnosi. Una percentuale simile a quella registrata per il mesotelioma pleurico e per il tumore dell’esofago, ma molto distante da quella raggiunta dai tumori più frequenti, quali il tumore della mammella nelle donne (87.8% vive dopo 5 anni dalla diagnosi) e della prostata nell’uomo (91.1% vivi dopo 5 anni dalla diagnosi). Molte sono le ragioni di questa bassa sopravvivenza, tra le quali prevale è il comportamento clinico della malattia, che si caratterizza per la frequente assenza di sintomi all’esordio con conseguente diagnosi in stadio avanzato e  spesso preclusione dell’intervento chirurgico.

In mancanza di strumenti efficaci per la diagnosi precoce, per riconoscere un tumore del pancreas sono fondamentali metodiche di diagnostica per immagini come la Tomografia computerizzata (TC) dell’addome con mezzo di contrasto, completata dalla TC al torace a scopo stadiativo, la Risonanza magnetica (RM) dell’addome con mezzo di contrasto e l’ecoendoscopia. Segni precursori sono considerate le cisti del pancreas, che possono essere rilevate tramite risonanza magnetica ed ecoendoscopia. In alcuni casi anche la storia familiare può contribuire a identificare i soggetti con elevato rischio genetico di sviluppare la malattia e indirizzarli verso i centri specializzati come il CRO per essere inseriti in percorsi di sorveglianza. 

Il trattamento dei tumori pancreatici ha visto progressi significativi sia nella chirurgia che nella chemioterapia. Negli ultimi anni sono stati introdotti farmaci innovativi, supportati dallo sviluppo di nanotecnologie, che hanno permesso di migliorare l'accessibilità delle molecole all'interno della neoplasia stessa. La chemioterapia resta l’arma più rilevante a disposizione degli oncologi, ma le nuove conoscenze in ambito genomico e la disponibilità di famaci a bersaglio molecolare hanno portato a sperimentare trattamenti meno aggressivi in specifici sottogruppi di pazienti con determinate alterazioni genetiche.

Ciononostante, curare il tumore del pancreas rimane tuttora un percorso complesso, in cui è fondamentale la collaborazione e l'integrazione di diverse figure professionali che interagiscono all’interno di gruppi multidisciplinari per garantire una presa in carico completa della persona. Inoltre, proprio perché queste malattie si presentano spesso in fase avanzata, è fondamentale l'integrazione precoce delle cure palliative per migliorare il controllo dei sintomi, la qualità di vita, l'aderenza ai trattamenti e l'efficacia degli stessi. 

Indubbiamente, la prevenzione primaria rimane uno strumento essenziale per la prevenzione del tumore del pancreas. Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio maggiormente associato alla probabilità di sviluppare un carcinoma pancreatico, mentre altri fattori di rischio evitabili (perchè legati a stili di vita individuali) sono rappresentati dall’obesità, dalla ridotta attività fisica, dall’elevato consumo di alcol e di grassi saturi, e dalla scarsa assunzione di verdure e frutta fresca.

Tra le patologie d’organo sono considerate condizioni di rischio la pancreatite cronica, il diabete mellito e la pregressa gastrectomia, mentre una storia familiare viene rilevata fino al 10% dei pazienti. È necessario, quindi, che ciascun cittadino assuma comportamenti responsabili (niente fumo, ridotto consumo di bevande alcoliche, corretta dieta e attività fisica) al fine di prevenire l’insorgenza della malattia.