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'Papillomavirus, lavoriamo per la prevenzione'

mercoledì 23 luglio 2025

Franceschi: "Gli IRCCS possono dare un contributo importante nella strategia per l'eliminazione del carcinoma della cervice"

SilviaFranceschiNEWS

"Il carcinoma della cervice è oggi l’unico tumore per cui esiste una strategia globale di eliminazione, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi perfino nell’Unione Europea; gli IRCCS potrebbero aggiungere le loro competenze e prestigio a quelle dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Regioni per promuovere prevenzione e screening, un’opportunità che la Rete potrebbe cogliere per rafforzare il proprio impatto sulla salute pubblica". Questa la sintesi dell’intervento di Silvia Franceschi, direttore scientifico dell’IRCCS CRO di Aviano e membro del direttivo di Alleanza Contro il Cancro, del quale l’Istituto è socio fondatore, alla round table della Midsummerschool 2025 organizzata dallo IEO (Istituto Europeo di Oncologia).

Franceschi ha posto l’accento sul possibile contributo degli Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico nella prevenzione oncologica, con un focus sul papillomavirus (HPV) e il carcinoma della cervice uterina. La ricercatrice ha ricordato come l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia definito la soglia di eliminazione del carcinoma della cervice in meno di 4 casi ogni 100.000 donne, un traguardo che nessun Paese europeo ha ancora raggiunto. Nella maggior parte d’Italia, la copertura vaccinale resta sotto il 70% e solo metà della popolazione femminile partecipa ai programmi di screening organizzato.

"Dovremmo soprattutto impegnarci a intercettare quel 30-40% di donne che non sono mai state sottoposte a screening – ha spiegato Franceschi – e ogni contatto con la sanità deve diventare un’occasione per offrirne loro uno". Il vaccino contro l’HPV, frutto di una fortunata combinazione tra ricerca molecolare e collaborazione industriale, rappresenta un’eccellenza nella prevenzione oncologica. Studi recenti condotti in diverse aree del mondo, tra cui la Costa Rica con il sostegno dell’NCI statunitense, dimostrano che anche una sola dose di vaccino può garantire una protezione paragonabile a due o tre somministrazioni almeno nelle adolescenti e nelle giovani donne.

Questa strategia di de-escalation – già adottata da 72 Paesi, inclusi Canada, Australia, Regno Unito e Spagna – potrebbe facilitare l’accesso al vaccino anche nei contesti in cui i costi e la logistica della vaccinazione rappresentano un ostacolo.

Un’altra opportunità rilevante, secondo Franceschi, risiede nel supporto che l’intelligenza artificiale (IA) può offrire nella parte più complicata dello screening, cioè il triage delle donne HPV-positive. Ottimizzando l’analisi delle immagini citologiche e colposcopiche anche a distanza, l’AI migliorare la scelta del trattamento. "L’HPV è il modello di riferimento per la prevenzione multidisciplinare dei tumori causati da infezioni – ha concluso Franceschi – e potrebbe ispirare screening anche per i tumori come quelli al fegato e allo stomaco, con l’auspicio che la prevenzione diventi sempre più una priorità condivisa tra istituzioni, rete clinica e comunità scientifica".