Tumori del testicolo
Che cos'è
I tumori del testicolo rappresentano circa l’1 per cento di tutti i tumori maschili e sono le neoplasie meno frequenti nell’ambito dei tumori genitourinari. Grazie a un corretto uso dei mezzi diagnostici e alle diverse terapie impiegate, hanno un tasso di guarigione molto alto. L’età di massima incidenza è quella compresa fra i 15 e i 40 anni.
I tumori del testicolo si classificano principalmente in due grosse categorie: seminomi (più frequenti) e non seminomi.
I tumori possono essere riscontrati anche in sedi diverse dal testicolo (es. mediastino, retroperitoneo e spazio intracranico). In questi casi si parla di tumori germinali primitivi extragonadici (TGE).
Meno frequenti sono i tumori stromali del testicolo (tumore a cellule di Leyding, tumore a cellule di Sertoli).
Fattori di rischio e prevenzione
I principali fattori di rischio sono: l’anamnesi positiva per pregresso tumore nel testicolo controlaterale o di neoplasia a cellule germinali in situ, criptorchidismo (testicolo ritenuto), testicolo ipotrofico e sindrome di Klinefelter.
Altri fattori prognostici da considerare sono: le dimensioni del tumore primitivo, l’invasione diretta o stromale della rete testicolare e l’invasione vascolare (linfatica/venosa), la predominanza di carcinoma embrionario e del tumore del sacco vitellino.
La presenza di infertilità o riduzione della fertilità è un aspetto importante da salvaguardare. Per preservarla, il paziente dovrebbe effettuare degli esami ematochimici e l’esame del liquido seminale, per il quale andrebbe poi proposta la criopreservazione preventiva (raccolta di campioni di liquido seminale).
Una predisposizione familiare è stata riportata in alcuni casi sporadici.
Diagnosi
La diagnosi è clinico-strumentale e richiede una serie di esami (visita clinica, ecografia testicolare, TC del torace o addome, PET/CT, dosaggio dei marcatori tumorali) per la definizione patologica. In base ai risultati il team multidisciplinare stabilirà i trattamenti specifici adeguati.
Cure e trattamenti presso il CRO
I trattamenti sono diversi a seconda del tipo di tumore e della sua estensione. Il riscontro di marcatori tumorali (αFP, βHCG e LDH) è importante per la diagnosi e il trattamento, consentendo di stabilire la terapia più adatta e monitorarne l’efficacia.
La chirurgia è il trattamento di elezione per la malattia limitata ed è indicato in caso di malattia residua (inferiore a 1 cm) nei tumori non seminomi. L’intervento prevede l’asportazione dell’organo (testicolo, epididimo e funicolo spermatico) con i rispettivi vasi sanguigni.
I farmaci chemioterapici più utilizzati per il trattamento del tumore del testicolo sono il carboplatino e lo schema PEB a base di cisplatino, etoposide e bleomicina.
In caso di mancata risposta allo schema PEB o di recidiva vengono utilizzati: PEI a base di cisplatino, etoposide e ifosfamide; TIP a base di paclitaxel, ifosfamide e cisplatino; VeIP a base di vinblastina, ifosfamide e cisplatino; e TPG a base di paclitaxel, cisplatino e gemcitabina.
La chemioterapia ad alte dosi (HDCT), seguita da un trapianto autologo di cellule staminali, consiste nella somministrazione di dosi molto elevate di chemioterapici per eliminare le cellule tumorali resistenti alla terapia a dosi standard. Si propone solo in caso di ricaduta e dopo il fallimento di altre terapie.
La radioterapia è il trattamento standard nei seminomi di stadio IIA/IIB. La chemioterapia secondo lo schema PEB (per 3 cicli) o PE (per 4 cicli), trova indicazione nei pazienti con pacchetti adenopatici localizzati in vicinanza dei reni (per evitare la tossicità da radioterapia).
Il follow-up ha lo scopo di individuare eventuali ricadute di malattia e la comparsa di comorbidità legate alla malattia e/o ai trattamenti effettuati. I casi di ricaduta di malattia avvengono prevalentemente nei primi due anni di follow-up.
In Istituto è presente il Gruppo aziendale multidisciplinare oncologico (GAMO) Tumori urogenitali e prostata, costituito da specialisti di varie discipline che si riuniscono a cadenza regolare per stabilire indicazioni condivise sul trattamento dei pazienti oncologici.
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