Patologie

Tumori dell'utero

Il tumore dell’utero coinvolge l’organo dell’apparato genitale femminile che durante la gravidanza accoglie il feto.

Che cos'è

Il tumore dell’utero può insorgere a livello del corpo uterino, la parte superiore dell’utero, oppure a livello del collo o cervice uterina, la parte inferiore in diretta continuazione con la vagina.

Il corpo uterino è costituito dall’endometrio, un rivestimento della cavità uterina formato da cellule epiteliali e ghiandolari sensibili ai cambiamenti ormonali durante il ciclo mestruale, e dal miometrio, la parte esterna più spessa e costituita da cellule muscolari. Nella quasi totalità dei casi i tumori del corpo uterino nascono dalle cellule dell’endometrio (adenocarcinomi endometriali) mentre solo in una piccola percentuale derivano da cellule della componente muscolare o connettivale (sarcomi uterini).

Gli adenocarcinomi endometriali sono rappresentati nell’80 per cento dei casi dalla forma endometrioide. Altre forme più rare e aggressive sono il carcinoma sieroso, il carcinoma a cellule chiare, l’adenocarcinoma mucinoso, il carcinoma indifferenziato e il carcinosarcoma. I tumori endometriali sono più frequenti nelle donne in età adulta dopo la menopausa, con un picco di incidenza dopo i 50 anni di età. I sarcomi dell’utero possono essere sarcomi endometriali stromali, che derivano dal tessuto connettivo dell’endometrio, o leiomiosarcomi uterini derivanti dal miometrio.

Segni e sintomi

Il sintomo principale dei tumori endometriali è il sanguinamento vaginale anomalo che insorge in fase intermestruale (donne in età fertile) o dopo la menopausa. Nell’80 per cento dei casi il sintomo si presenta quando il tumore è in stadio iniziale e ancora confinato all’utero. Altri sintomi tipici dei tumori in fase avanzata comprendono: perdita di peso non voluta, dolori nella zona pelvica o lombare e perdite vaginali anomale e maleodoranti.

Fattori di rischio e prevenzione

Il fattore di rischio principale del tumore dell’endometrio è rappresentato da un’attività estrogenica non adeguatamente bilanciata dal progesterone: terapie ormonali a base di soli estrogeni come terapia sostitutiva per la menopausa, inizio precoce del ciclo mestruale (menarca precoce), una menopausa tardiva e assenza di gravidanze (nullaparità). Altri fattori di rischio sono l’età (maggiore a 50 anni), il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa e l’obesità che aumentano sensibilmente il rischio di sviluppare il tumore. Un fattore protettivo risulta invece essere l’assunzione della pillola anticoncezionale con un dosaggio bilanciato di estrogeni e progesterone.

Attualmente non sono disponibili programmi specifici per la prevenzione secondaria del tumore dell’endometrio, ma corretti stili di vita ne possono ridurre il rischio: seguire una dieta sana e ricca di fibre, svolgere regolare attività fisica, mantenere il peso corporeo nella norma, valutare la più adeguata terapia ormonale sostitutiva con il ginecologo.

Diagnosi

Grazie alla visita ginecologica, dopo aver raccolto accuratamente informazioni sulla storia clinica e sui sintomi della paziente, il medico può eseguire l’ecografia transvaginale che permette lo studio dell’endometrio. Nel caso di anomalie evidenziate dall’ecografia, si esegue in genere un’isteroscopia ambulatoriale per la visualizzazione diretta dell’endometrio con telecamera posta sull’estremità di un sottile strumento introdotto nell’utero tramite l’orifizio posto sulla cervice uterina. L’isteroscopia permette di eseguire piccoli prelievi di tessuto (biopsia) in modo da raccogliere informazioni utili nella pianificazione del percorso terapeutico in caso di diagnosi tumorale.

Una volta accertata la diagnosi, si procederà con approfondimenti strumentali quali Risonanza magnetica (RM), Tomografia computerizzata (TC) o Tomografia a emissione di positroni (PET) per valutare l’estensione della malattia e identificare il migliore approccio terapeutico. All’analisi patologica utile alla diagnosi istologica della malattia viene affiancato lo studio di fattori molecolari utili a definire con maggiore precisione il migliore percorso terapeutico post chirurgico.

Cure e trattamenti presso il CRO

La chirurgia è il principale trattamento dei tumori del corpo uterino con l’asportazione totale dell’utero (isterectomia) per via addominale (con incisione sulla parete addominale) o per via vaginale, in base all’estensione della malattia. Nel caso di malattia confinata all’utero (stadio iniziale e istotipo non aggressivo) è prevista l’isterectomia totale semplice. Per uno stadio di malattia più avanzato con estensione oltre l’utero, l’intervento (isterectomia radicale) prevede l’asportazione di tessuti contigui all’utero e della parte superiore della vagina in continuità alla cervice. La ricerca del linfonodo sentinella è una pratica consolidata anche nelle neoplasie dell’utero e completa il bilancio di estensione di malattia.

Radioterapia e/o chemioterapia rappresentano i principali trattamenti adiuvanti post chirurgici. Il loro utilizzo viene valutato in base allo stadio di malattia e all’analisi dei fattori di rischio, inclusi i più recenti parametri molecolari secondo le linee guida internazionali. Nella maggior parte dei casi, la malattia si presenta a uno stadio precoce in assenza di fattori di rischio: a seguito della chirurgia, la paziente effettuerà soltanto dei controlli periodici.

Il trattamento radiante adiuvante può essere somministrato in due modalità: la radioterapia a fasci esterni (fonte di radiazione posta all’esterno della paziente) e la radioterapia interna o brachiterapia (inserimento per via vaginale di piccoli “semini” radioattivi che emettono radiazioni dall’interno).

Per gli istotipi più aggressivi o stadi avanzati di malattia, alla radioterapia viene associato il trattamento chemioterapico con diverse associazioni di farmaci somministrati per via endovenosa (generalmente carboplatino e paclitaxel).

Negli ultimi anni sono stati sviluppati trattamenti specifici come le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, con notevole beneficio anche per il tumore dell’endometrio, in particolare per le forme con deficit a carico di un sistema di riparo del DNA. Presso il Centro di Riferimento Oncologico sono attivi studi clinici, nazionali e internazionali, che possono offrire nuove opportunità terapeutiche, specialmente per le pazienti con recidiva tumorale.

In Istituto è presente il Gruppo aziendale multidisciplinare oncologico (GAMO) Tumori genitali femminili, costituito da specialisti di varie discipline che si riuniscono a cadenza regolare per stabilire indicazioni condivise sul trattamento dei pazienti oncologici.

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