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Il CRO tra storia e futuro, ricordando Silvio De Paoli

giovedì 17 marzo 2022

Un convegno ha celebrato il centenario di uno dei personaggi chiave per la creazione e la crescita dell’Istituto tra gli anni ’80 e ’90

Lo sguardo avanti

Silvio De Paoli è stato una figura centrale per l’evoluzione della sanità regionale e del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano in modo particolare. Già dirigente amministrativo dell’ente ospedaliero pordenonese, poi direttore generale della Sanità agli albori della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, quindi funzionario della Prefettura di Udine e poi commissario del comune di Erto e Casso dopo il disastro del Vajont, De Paoli viene nominato commissario straordinario del CRO nel 1990 e vi rimane fino al 1998.

A lui si deve il completamento del processo di riconoscimento quale Istituto di Ricovero e Cura di Carattere scientifico a livello nazionale, mentre durante la sua gestione si intrapresero innumerevoli iniziative volte a completare e rafforzare l’assetto organizzativo e funzionale del CRO, che andarono di pari passo con la revisione su larga scala dei servizi.

La figura di Silvio De Paoli è stata ricordata sabato 12 marzo in occasione del convegno che l’Istituto gli ha dedicato nel centenario dalla nascita, alla presenza del vicepresidente e assessore alla salute della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi e di numerosi ex direttori e dirigenti del CRO.

Piero Cappelletti, presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica e in precedenza direttore generale del CRO, ha introdotto e moderato la mattina di lavori, nel corso della quale sono state messe in luce la storia, l’influenza e l’eredità di De Paoli. Lionello Barbina, già direttore generale dell’Agenzia Regionale della Sanità, ha tracciato il professionale che ha condotto Silvio De Paoli al CRO, dall’ingresso nel servizio sanitario ai primi incarichi direttivi a livello regionale.

Silvio Monfardini, che è stato uno dei primi direttori scientifici dell’Istituto a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, ha approfondito l’epoca in cui De Paoli, da commissario straordinario, diede un impulso decisivo al Centro, consolidandone la vocazione alla ricerca e all’innovazione tecnologica. Alleghiamo il suo appassionato intervento, che è valore storico e può essere di ispirazione in particolare per l'internazionalizzazione dell'Istituto.

Michelangelo Agrusti ha infine sottolineato la ricaduta delle scelte operate da De Paoli in quegli anni sul territorio provinciale e regionale.

Le tracce delle opere di Silvio De Paoli sono emerse anche negli interventi del direttore generale del CRO Francesca Tosolini e del direttore scientifico Silvia Franceschi, che hanno condiviso con i presenti le sfide e le opportunità correnti dell’Istituto, con uno sguardo sulle evoluzioni tecnologiche imminenti (come la protonterapia) che rilanceranno la vocazione specialistica e avanzata dell’Istituto e sul contesto legislativo in evoluzione (in particolare in seguito alla imminente legge per il riordino degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico).

A Paolo De Paoli, figlio di Silvio, a lungo direttore scientifico del CRO e oggi direttore generale della rete nazionale della ricerca oncologica Alleanza Contro il Cancro, è toccato infine il compito di allargare lo sguardo sul contributo che centri di alta specializzazione come il CRO possono dare alla lotta contro i tumori a livello nazionale e internazionale e sulle opportunità del lavoro in rete tra i ricercatori.

Le conclusioni della mattina di lavori sono state tratte dal vicepresidente Riccardi, che nel suo intervento ha sottolineato come il CRO debba continuare ad aprirsi ad alleanze anche al di fuori del sistema sanitario regionale, rimarcando gli sforzi fatti dall’amministrazione per consolidare l’avanzamento tecnologico dell’Istituto.