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Anziani con linfoma, nuova classificazione per migliorare le cure

venerdì 19 febbraio 2021

Una ricerca coordinata dal CRO può cambiare l’approccio terapeutico dei pazienti anziani affetti da linfoma non-Hodgkin

Una ricerca condotta in 37 centri di oncologia ed ematologia italiani può cambiare l’approccio terapeutico dei pazienti anziani affetti da linfoma non-Hodgkin. I risultati dello studio, condotto nell’ambito della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) e coordinato dal dottor Michele Spina, direttore della struttura di Oncologia Medica e dei Tumori Immunocorrelati del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Oncology

Dal 2013 al 2017, i ricercatori italiani coordinati dal centro di Aviano hanno raccolto dati su oltre 1.163 pazienti con un’età superiore ai 65 anni affetti da linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B, una forma di tumore che colpisce le cellule del sistema linfatico e che necessita spesso di terapie aggressive per raggiungere la guarigione.

Per selezionare la migliore terapia, tutti i pazienti sono stati valutati non solo per l’età cronologica, come si è fatto finora, ma applicando le scale di valutazione geriatrica che hanno permesso di stratificare i pazienti in base alla loro capacità di essere autonomi nelle funzioni primarie (per esempio nel mangiare, vestirsi, lavarsi), nelle funzioni di relazione (capacità di gestire in autonomia il proprio denaro, prendere in autonomia le medicine, gestire la casa, usare il telefono) e la presenza di altre gravi patologie (cardiache, ipertensione, diabete ecc.) in tre gruppi con “fitness” diversa: i pazienti Fit, gli Unfit e i Fragili. Questa classificazione ha consentito di dimostrare che la sopravvivenza dei tre gruppi diminuisce in modo significativo passando dai primi (Fit) ai terzi (Fragili).

La novità del lavoro consiste nell’avere generato un nuovo score, denominato EPI (Elderly Project Index), una sorta di punteggio di gravità mettendo insieme la Fitness, le caratteristiche del linfoma e il valore dell’emoglobina che identifica tre nuovi gruppi di pazienti la cui prognosi è completamente diversa. Inoltre, tale score è stato validato su due serie diverse di pazienti provenienti da una casistica brasiliana e australiana, confermandone l’efficacia.

«Il sistema di classificazione del paziente anziano con linfoma dimostra la necessità di integrare diversi parametri nella scelta del trattamento migliore dei nostri pazienti e di non limitarsi a rigide classi di età», ha commentato il dottor Michele Spina. «Lo score ha il vantaggio di essere applicabile nella pratica di ogni giorno su tutti i pazienti, senza ricorrere a indagini sofisticate o costose. Permetterà in breve tempo di ripensare all’approccio ai pazienti anziani, i quali troveranno cure sempre più adeguate e personalizzate alla loro malattia. Lo score messo a punto ad Aviano è stato tra l’altro citato più volte per la sua portata innovativa dai colleghi americani durante il programma formativo sui linfomi dell’anziano al recente meeting della Società americana di Ematologia».

Secondo la direzione dell'Istituto, «i risultati di questa ricerca sono particolarmente rilevanti e confermano l’attenzione che costantemente l’Istituto, grazie al lavoro dei professionisti che vi operano, riserva nella propria attività, clinica e di ricerca, alle categorie più fragili tra i pazienti oncologici, come gli anziani».