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Tumori: Cro,da inquinamento traffico 10.000 morti in 20 anni

lunedì 29 febbraio 2016

Ricerca, letale vicinanza abitazioni a strade statali. Boom Economico, traffico e decessi per tumore del polmone: il conto a (quasi) mezzo secolo di distanza

Il boom economico che ha interessato
l’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta ha provocato, accantoall'accelerazione delle dinamiche economiche, un incremento quantitativo, spesso esponenziale, del traffico veicolare leggero e pesante che giorno dopo giorno, incessantemente, si è riversato su un’infrastruttura viaria insufficiente ad arginare la «domanda d’asfalto».

A patirne maggiormente gli effetti in termini di malattia e morte, uomini e donne che hanno risieduto nei Comuni (soprattutto di piccole dimensioni) attraversati dalle circa 700 strade statali (come, a esempio, la SS1 Aurelia, la SS14 Adriatica o la SS13 Pontebbana)  che coprono più di 18 mila chilometri del territorio nazionale. Sono questi cittadini – secondo i risultati del primo studio italiano che ha messo in relazione la morte per tumore del polmone e residenza vicino alle grandi autovie nazionali – a essere risultati quelli maggiormente a rischio di morte per tumore del polmone (fino a quasi il doppio per le donne) rispetto a chi ha abitato in comuni distanti almeno 500 metri dalle statali.

L’inquinamento atmosferico da traffico veicolare è un’importane causa di tumore del polmone, dato che ha trovato conferma nella ricerca italiana che ha analizzato i 153.892 decessi per tale  neoplasia - registrati tra il 1990 e il 2010 in 1.515 comuni attraversati dalle strade statali o vicini alle autostrade.

Lo rivela lo studio pubblicato dalla rivista «International Journal of Environmental Research and Public Health» realizzato dalla struttura di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Nazionale Tumori CRO di Aviano in collaborazione con la Divisione Ricerche Ambientali e Sociodemografiche  dell’ISTAT e il Servizio Regionale di Epidemiologia della Direzione Centrale Salute del FVG – che ha quantificato in 571 il numero complessivo di morti per tumore del polmone causati dal traffico veicolare sulle sole strade statali (circa 30 l’anno), nei 939 comuni studiati nell’arco temporale 1990 / 2010.

«Sebbene i decessi per tumore del polmone analizzati nello studio siano riconducibili, per i tempi di latenza della malattia pari a 20/40 anni, all’inquinamento prodotto dal traffico tra gli Sessanta e Ottanta – spiegano Diego Serraino ed Ettore Bidoli, autori dello studio – il dato complessivo deve far riflettere sul fatto che siamo vittime potenziali dell’inquinamento e che al tempo stesso contribuiamo, chi più chi meno, a inquinare l’ambiente utilizzando l’automobile».

L’eccesso di mortalità è stato registrato soprattutto tra le donne residenti nei comuni rurali (bassa densità abitativa, il 68% del totale secondo l’ISTAT) il cui municipio era situato entro 50 metri dalla statale. Impatto molto minore sulle morti per tumore polmonare, invece, è stato registrato nei cittadini dei comuni distanti meno di 100 metri dalle autostrade (circa 1 morto in eccesso l’anno).

Il traffico veicolare è il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane a causa dell’emissione di prodotti della combustione dei carburanti e della loro successiva trasformazione chimica, nonché a causa della evaporazione degli idrocarburi incombusti. Il focus - spiegano ancora Bidoli e Serraino, è stato effettuato poiché è noto che l’inquinamento atmosferico da traffico è il primo fattore di rischio ambientale per l’insorgenza del cancro al polmone (IARC 2013) e, quindi, di morte connessa.

I killer emessi dalle nostre automobili sono il particolare totale sospeso (PM), il benzene e gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), gli ossidi di zolfo e di azoto e altri gas volatili. Il primo è costituito da particelle di natura oltremodo diversa, in fase solida o liquida, di diametro compreso tra 100 e 0,1 um e includono le particelle di piccolissime dimensioni (PM2.5 o inferiori) che possono essere inalate direttamente a livello degli alveoli polmonari: si stima che circa il 60%
delle polveri sospese di origine antropica sia prodotto dal traffico veicolare. Il PM ha numerosi e rilevanti effetti dannosi sulla salute sia direttamente a livello broncopolmonare sia in quanto favorisce l’accesso e la permanenza di diversi altri inquinanti (metalli pesanti, composti organici) nell’apparato respiratorio. Il benzene si origina dall’evaporazione e dalla incompleta combustione della benzina, mentre gli IPA derivano principalmente dai processi di combustione incompleta dei carburanti.

«I 571 decessi e oltre per cancro al polmone attribuibili al traffico nelle strade statali nei 939 comuni oggetto dell’indagine – ribadiscono Bidoli e Serraino – sono solo la parte più evidente delle morti causate dall’inquinamento atmosferico da traffico veicolare: se aggiungiamo i comuni attraversati dalle strade regionali, provinciali e comunali in cui si riversa il traffico, è possibile stimare – affermano Serraino e Bidoli – che il numero di decessi dovuti al traffico sia stato non inferiore ai 10 mila nel ventennio considerato».

A essi vanno aggiunte le migliaia di morti per infarto e altre malattie cardiovascolari e quelle per malattie acute e croniche dell’apparato respiratorio.


Per informazioni:
Dr Diego Serraino (Responsabile) / serrainod@cro.it
Dr Ettore Bidoli / ebidoli@cro.it
S.O.C. Epidemiologia e Biostatistica
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