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Chirurgia, chemioterapia e radioterapia per la prima volta in un unico intervento

lunedì 15 febbraio 2021

L’innovativo approccio, eseguito nel 2020 da un team multidisciplinare del CRO, è stato documentato finora in pochissimi casi al mondo

Intervento integrato

Tutti gli strumenti disponibili contro il cancro riuniti in un unico intervento: è l’innovativa procedura sperimentata per la prima volta al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano su un paziente con recidiva di carcinoma del retto. All’intervento chirurgico, infatti, sono state associate la radioterapia intraoperatoria (IORT) e l’infusione intraoperatoria di chemioterapia (HIPEC). L’intervento, durato 10 ore, ha visto alternarsi al tavolo operatorio il chirurgo, il radioterapista e l’oncologo, in un approccio integrato descritto in pochissimi casi al mondo.

L’intervento si è svolto nel luglio del 2020. Il paziente, una persona relativamente giovane, ha superato molto bene il periodo post-operatorio. La prima rivalutazione a cinque mesi ha mostrato assenza di malattia. La sua storia clinica era iniziata nel marzo del 2019 in un altro ospedale, con un primo intervento chirurgico per tumore del retto in stadio avanzato che però non è stato concluso a causa dell’estensione della malattia a più organi addominali.

Preso in carico al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano con una diagnosi di carcinosi peritoneale associata a una recidiva pelvica di carcinoma del retto, il paziente è stato inizialmente sottoposto a un percorso di chemioterapia. Un team multidisciplinare dell’Istituto composto dal radiologo, dall’anatomo-patologo, dall’oncologo, dal radioterapista e dal chirurgo ha quindi prospettato al paziente la soluzione che sembrava dare le probabilità più elevate di guarigione o comunque di controllo della malattia.

Durante l’intervento sono stati asportati il retto, sede del tumore, i tessuti circostanti e la parte malata del peritoneo (citoriduzione). L’intera cavità peritoneale è stata quindi sottoposta a lavaggio continuativo per un’ora con un liquido contenente il farmaco chemioterapico portato a una temperatura di 43 gradi (chemio-ipertermia). L’effetto combinato dell’ipertermia e della chemioterapia si è dimostrato efficace nel distruggere le cellule neoplastiche residue. Infine è stato associato anche un trattamento radiante delle zone critiche.

Il decorso post-operatorio è stato caratterizzato da una graduale ripresa fino alla dimissione. Il paziente è attualmente in buone condizioni generali, conduce una vita regolare e un controllo clinico-strumentale a cinque mesi dall’intervento ha dimostrato assenza di malattia.

«Questo intervento è stato eseguito grazie alla combinazione di tecnologie sofisticate e conoscenze multidisciplinari specifiche», ha commentato Aldo Mariotto, direttore sanitario del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. «Il CRO è stato tra i primi centri oncologici ad adottare la chemio-perfusione in ipertermia (HIPEC) ed è uno dei pochi centri dotati della radioterapia intraoperatoria (IORT). Il risultato incoraggiante ci spinge a proseguire sulla strada dell’approccio multidisciplinare al trattamento dei tumori, utilizzando in maniera sinergica tutte le armi a disposizione per offrire le migliori possibilità di cura ai pazienti».